"Sono stato uno sciocco", disse finalmente, "Scusami, e cerca di essere felice". [...]
"Ma sì, ti voglio bene", disse il fiore, "e tu non l'hai saputo per colpa mia. Questo non ha importanza, ma sei stato sciocco quanto me. Cerca di essere felice. Lascia questa campana di vetro, non la voglio più".
"Ma il vento..."
"Non sono così raffreddato. L'aria fresca della notte mi farà bene. Sono un fiore".
"Ma le bestie..."
"Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle. Se no chi verrà a farmi visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non ho paura. Ho i miei artigli".
E mostrava ingenuamente le quattro spine. Poi continuò:
"Non indugiare così, è irritante. Hai deciso di partire e allora vattene".
Perchè non voleva che io lo vedessi piangere. Era un fiore così orgoglioso...
Il Piccolo Principe mi perseguita.
Quando la mia maestra ce lo fece leggere in quinta elementare non lo sopportavo, non ci capivo nulla (non è affatto un libro per bambini). Mi perdevo e mi pesava leggerlo (sacrilegio!). L'anno scorso era il libro di lettura di una quarta elementare in cui facevo supplenza e dovendolo spiegare ai bimbi, ne perdevo la poesia.
Adesso lo sto rileggendo per caso- provvisoriamente e inspiegabilmente la mia riserva di libri si presenta priva di appeal- e lo trovo spaventosamente saggio, pieno di amore e di una semplicità disarmante nel descrivere le emozioni e le immancabili paure che ognuno di noi, una volta cresciuto, si trova ad affrontare.
Capita spesso di tornare su cose che abbiamo conosciuto da piccoli e ri-guardarle con occhi diversi, ma non sono diversi: hanno forse visto più cose e versato qualche lacrima in più.
Allora mi chiedo se sia meglio non conoscere e rimanere nell'incoscienza pseudo-infantile o conoscere e soffrire, immancabilmente.
(Listening to: Mia Martini - Notturno)
"Ma il vento..."
"Non sono così raffreddato. L'aria fresca della notte mi farà bene. Sono un fiore".
"Ma le bestie..."
"Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle. Se no chi verrà a farmi visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non ho paura. Ho i miei artigli".
E mostrava ingenuamente le quattro spine. Poi continuò:
"Non indugiare così, è irritante. Hai deciso di partire e allora vattene".
Perchè non voleva che io lo vedessi piangere. Era un fiore così orgoglioso...
Il Piccolo Principe mi perseguita.
Quando la mia maestra ce lo fece leggere in quinta elementare non lo sopportavo, non ci capivo nulla (non è affatto un libro per bambini). Mi perdevo e mi pesava leggerlo (sacrilegio!). L'anno scorso era il libro di lettura di una quarta elementare in cui facevo supplenza e dovendolo spiegare ai bimbi, ne perdevo la poesia.
Adesso lo sto rileggendo per caso- provvisoriamente e inspiegabilmente la mia riserva di libri si presenta priva di appeal- e lo trovo spaventosamente saggio, pieno di amore e di una semplicità disarmante nel descrivere le emozioni e le immancabili paure che ognuno di noi, una volta cresciuto, si trova ad affrontare.
Capita spesso di tornare su cose che abbiamo conosciuto da piccoli e ri-guardarle con occhi diversi, ma non sono diversi: hanno forse visto più cose e versato qualche lacrima in più.
Allora mi chiedo se sia meglio non conoscere e rimanere nell'incoscienza pseudo-infantile o conoscere e soffrire, immancabilmente.
(Listening to: Mia Martini - Notturno)
8 comments:
Immancabilmente, conoscere e soffrire.
Sempre.
Meglio conoscere e soffrire (ma non escluderei, ogni tanto, anche un conoscere e gioire).
E' probabilmente meglio conoscere, soffrire con la speranza che ci sia sempre qualche emozione nuova da provare, qualche stimolo nuovo più che altro.
La soddisfazione che da l'avere occhi di esperienza è bella ma la voglia di non abbandonarsi alla monotonia e con occhi di bimbo cercare nuove emozioni, citta, informazioni, amori anche se nei "limiti" dei propri gusti è salvezza.
>sid: ormai siamo corazzate:)
>pnv + andrea: della serie:"C'è sempre qualcosa dietro l'angolo!"
io bimbo io bimbo, posso venire a seguire una supplenza? :-D
oooopsssss "io bimbo io bimbo" era mio, mi sono collegato dalla facoltà, con che cavolo di account ho commentato :-d c'è burdell
Dopo le prime linee avevo giá riconosciuto il capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry... anche a me successe la stessa cosa, lo lessi da piccola (10 anni o poco piú) e non mi piacque affatto.. non ci capivo niente e mi sembrava noiosissimo... poi lo rilessi due anni fa perché me lo consiglió un amico e lo trovai meraviglioso... la vita (per fortuna o purtroppo) ci cambia e quindi le cose si vedono con prospettive diverse. 1bacione
...Piccolo Principe...nella Top5 Libri di sempre (non che legga molto, ma tra quei pochi, quello ha sempre un posto speciale).
Ps: Carinissimo il Blog ;_;
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